Venezia e i luterani

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Se riguardo ai greci [ortodossi] il governo della Repubblica Veneta temprò le sue leggi alle convenienze commerciali, e a quelle impostegli dalla Curia di Roma, verso i protestanti non era alieno dallo speciale contegno usato verso di loro, l’interesse della religione cristiana cattolica, cui essi miravano attivamente recar danno.

In questo anzi mi pare avervi differenza fra i greci, gli ebrei, e i protestanti, che gli ultimi non s’acquetarono all’esercizio del culto, concesso loro liberamente in Venezia, ma ne vollero diffondere le dottrine; mentre le prime due comunità non s’ingerirono mai del culto della principale religione dello Stato.

Era naturale in tali casi il legislatore, sia con sanzioni dirette, sia per mezzo delle instituzioni particolari difendesse la religione turbata, non solo colle prediche e coi libri, ma bene spesso coll’introdursi i protestanti nei monasteri.

Quando pertanto i protestanti vivevano in fatto di religione a lor modo, la Repubblica non poneva alcun ostacolo all’esercizio del loro culto. Solo sorvegliava a che non venissero sedotti alle loro credenze i proprii sudditi, e specialmente i giovani. In stretti rapporti di commercio da tempo assai antico coi tedeschi, non cangiò punto i vincoli di buona corrispondenza con essi, dopo la Riforma, volendo soltanto sì per loro che per gli svizzeri “stessero lontani dal discorrere e dal disputare, non potendo esser travagliati dall’inquisizione, perché nati eretici e in paese eretico”.

Nel 1649 fu approvato che i protestanti di confessione augustana in Venezia acquistassero una sepoltura nelle chiesa di S. Bartolomeo; nel 1657 fu concesso loro il culto privato, in una delle camere del fontego dei tedeschi, nelle cui case annesse dimoravano i mercanti tedeschi; ivi fu costrutta una cappella e si fecero venire i pastori dalla Germania.

L’11 febbraio 1718 fu permesso che la sepoltura venisse trasferita in una delle isole dell’estuario, e i protestanti ne acquisirono il diritto in quella di S. Cristoforo della pace, pagando una somma a quei frati.

Nel 1780 il Senato concedette che il battesimo dei figli dei protestanti potesse aver luogo nelle stesse chiese del culto cristiano cattolico. In seguito il culto ebbe luogo in case private.

(BARTOLOMEO CECCHETTI, La Repubblica di Venezia e la Corte di Roma nei rapporti della religione, Venezia 1874, pp. 474-475)